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RI_ESCO IN COMPAGNIA!

Il progetto RI_ESCO IN COMPAGNIA! è stato pensato per dare continuità ad un precedente progetto, denominato Ciao mamma! Esco da Solo, e propone attività di facilitazione della socializzazione per ragazzi (fra gli 11 e i 18 anni) con differenti forme di fragilità. 

Come suggerisce il titolo, il progetto si pone la finalità da una parte di far “uscire” i ragazzi, cioè permettere loro di avere e cogliere occasioni per esperienze fuori casa, “lontano” dai genitori, insieme ai coetanei e nel contesto territoriale in cui vivono; dall’altra di permettere a questi ragazzi di “riuscire”, una volta fuori, a sentirsi a loro agio, a divertirsi, a fare amicizia e a potersi esprimere personalmente all’interno della dimensione del gruppo.

Altra finalità perseguita dal progetto è quella di fare in modo che la dimensione del gruppo diventi per tutti i partecipanti una vera e propria palestra di vita rispetto a come si costruiscono relazioni fuori dal nucleo familiare, come si mantengono, come si comunica per organizzare qualcosa con gli amici, come si tollera l’attesa, la frustrazione, le incomprensioni, il conflitto, ecc. partendo da un contesto facilitante e proiettandosi verso il fuori e favorendo l’acquisizione di life skills, in particolare in ambito sociale.

Concretamente il progetto consiste nell’organizzazione di uscite a carattere ludico e ricreativo sul territorio nel tempo libero dei ragazzi.

Il progetto si svolge nei territori di Lazzate, Misinto e Seveso, è attivo da circa un anno, e terminerà a novembre 2024. Ha visto il coinvolgimento di circa 15 fra ragazze e ragazzi e la collaborazione con Il Seme di Lazzate.

 

Il progetto è stato realizzato grazie ad un finanziamento ricevuto da Fondazione Intesa San Paolo

 

Di seguito le testimonianze di un genitore, di una ragazza che ha partecipato alle attività e di una educatrice:

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EAT – Educazione all’Alimentazione sul Territorio

PREVENZIONE E RISPOSTA AI BISOGNI EMERGENTI DEI MINORI: NASCE A MILANO IL PROGETTO EAT 
 
Finanziato dal Bando Cariplo Attenta-mente 2023, “EAT” ha fatto il suo ingresso nel capoluogo  lombardo a metà marzo 2024 e avrà una durata di due anni. 
 
Realizzano e promuovono il progetto cinque realtà, che si occupano dell’importante tema  dell’alimentazione e di tutto ciò che il rapporto con il cibo può raccontare e comunicare di sé: Cogess, Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori, Associazione Nutrimente, Consultorio La Famiglia e Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano.

Il Progetto EAT si impegna a mettere in rete soggetti che, con strumenti e modalità integrate, si occupano di emersione del disagio nell’infanzia e nell’adolescenza e di favorire percorsi di benessere, in particolare riguardo al rapporto con il cibo e i disturbi alimentari.

Il progetto “EAT” permette alle famiglie di ottenere risposte immediate, mirate e personalizzate  attraverso il loro coinvolgimento in attività volte a promuovere la consapevolezza, l’educazione  alimentare e il benessere. 
 
Ecco alcune delle attività previste: 
  1. Campagne di Sensibilizzazione: Utilizzo dei social media, realizzazione di manifesti ed eventi  aperti alla cittadinanza per sensibilizzare sull’importanza di un corretto rapporto con il cibo e il  proprio corpo.
  2. Seminari e Conferenze: Incontri con esperti del settore per dialogare e confrontarsi  sull’educazione all’alimentazione, sul tema dei disturbi alimentari e informare su come  mantenere uno stile di vita sano. 
  3. Percorsi Educativi: Affiancamento individuale e di gruppo per favorire la relazione, la cura di  sé e la ricerca del proprio benessere. 
  4. Laboratori di Cucina: Esperienze per riscoprire un avvicinamento al cibo attraverso i sensi e  la creatività. 
  5. Attività Ludiche e Sportive (circo sociale e yoga): Promozione dell’attività fisica, in gruppo,  per favorire la consapevolezza di sé, attraverso la presa di coscienza delle proprie risorse e la  ricerca di equilibrio nelle relazioni. 
  6. Supporto Psicologico: Fornire risorse e supporto per affrontare i disturbi alimentari e le sfide  emotive legate all’alimentazione. 
  7. Ambulatorio adolescenti: Presa in carico dal punto di vista ginecologico delle adolescenti, con  un’attenta valutazione di eventuali variazioni di peso e delle abitudini alimentari. Promozione del  benessere attraverso l’adozione di uno stile di vita corretto. 
Per partecipare al progetto “EAT” si possono compiere questi passaggi: 
 
  1. Informarsi e seguirci: ovvero visitare il sito web ufficiale (www.progettoeat.it) , restare aggiornati sulle campagne  di sensibilizzazione promosse dal progetto tramite social media (pagina IG), manifesti o altri canali di  comunicazione. Condividere queste informazioni con amici e familiari per diffondere la  consapevolezza dell’importanza di un sano rapporto con l’alimentazione e l’immagine corporea. 
  2. Contattarci: Chi ha bisogno di supporto emotivo o prova una situazione di malessere, può  rivolgersi direttamente agli enti coinvolti nel progetto, per ricevere consulenza e orientamento  da professionisti qualificati. Numero verde: 800.644.622 –  Numero responsabile di progetto 335.1378138 – e-mail: info@progettoeat.it Anche nei week end è attivo il numero verde tramite il quale si può contattare il referente per avere  maggiori informazioni, o chiedere una prima visita al Consultorio. 
  3. Partecipare: vengono organizzati eventi, seminari e conferenze nelle quali si possono  incontrare esperti, condividere esperienze e cogliere occasioni formative e di crescita. E’  inoltre possibile essere coinvolti attivamente nel progetto tramite la partecipazione diretta a  workshop, laboratori e attività che di volta in volta vengono promosse. 
Il progetto EAT è un’occasione per promuovere una cultura basata su un rapporto sano con la propria  alimentazione e con sé stessi. La partecipazione di ciascuno può fare la differenza nella propria vita, in quella  di chi si ha vicino e nella comunità. 
 
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WELFARE. COL PROGETTO CURA ASSISTENZA DOMICILIARE E DISPOSITIVI DOMOTICI PER GLI ANZIANI

Condividiamo con piacere il testo della rassegna stampa sul progetto Cura – anziani domotici

La sperimentazione, finanziata con 2,46 milioni di fondi PNRR, raggiungerà gradualmente il target di cento anziani con l’obiettivo di rimandare il più possibile il ricovero in Rsa. Bertolé: “la città invecchia e bisogna ripensare il sistema di assistenza”.

Milano, 13 Gennaio 2024 – Con l’obiettivo di prolungare il più possibile il tempo di permanenza presso la propria abitazione evitando o ritardando l’inserimento in RSA, il Comune di Milano ha avviato “Cura – anziani domotici”, un progetto che prevede forme di assistenza domiciliare intensive anche con monitoraggio a distanza e l’introduzione di elementi di domotica.

La sperimentazione, avviata lo scorso giugno nei Municipi 3, 4 e 8, ha ottenuto un finanziamento PNRR di 2,46 milioni di euro ed è frutto di una coprogettazione che vede come partner del Comune di Milano le cooperative Cogess, Eureka e Ass.i.s.te, i partner tecnologici Urmet e Abielle controls e quello scientifico 2W.

Sono 24 i progetti attualmente attivi, ma entro il 2026 si prevede di raggiungere il target di 100 anziani assistiti. Si tratta di persone fragili, ma con ancora un buon grado di autonomia, quindi lucide e orientate. Si privilegiano beneficiari con basso reddito, che vivono nelle case popolari, sono tendenzialmente soli o con una rete familiare non in grado di provvedere ai loro bisogni, presentano una certa fragilità sociosanitaria (presenza di patologie croniche, per esempio) e un carico di cura difficile da gestire.

Gli attuali beneficiari, individuati dagli assistenti sociali del territorio, sono 15 donne e 9 uomini di età compresa tra 65 e 98 anni. Periodicamente vengono inviate e valutate dai referenti del progetto nuove segnalazioni.

Il percorso prevede l’integrazione tra interventi classici – come l’assistenza domiciliare – e interventi innovativi, in particolare il monitoraggio continuo della persona attraverso la strumentazione domotica collegata a una centrale operativa unica, che raccoglie i dati trasmessi e garantisce il monitoraggio h24. In caso il sistema ravvisi criticità, l’operatore attiva il pronto intervento, mentre in caso di allarmi non critici è prevista l’uscita, nell’arco della giornata, dell’operatore ingaggiato sulla situazione, al fine di verificare e attivare supporti rispetto all’evento segnalato.

Ogni percorso è personalizzato in base alle caratteristiche e ai bisogni del beneficiario e tutto viene illustrato durante alcune visite domiciliari alla presenza degli operatori sociali e di tecnici esperti che si occupano di spiegare le potenzialità dei dispositivi che vengono poi installati con gradualità nel corso del progetto anche in relazione alla familiarità, alla conoscenza e alla fiducia che l’anziano acquisisce col tempo. Si cerca, inoltre, di coinvolgere anche il medico di medicina generale, avvisandolo della sperimentazione e delle sue potenzialità.

Per monitorare lo stato di salute e il benessere della persona, sono a disposizione dispositivi di teleassistenza, con sensori rispetto alle cadute e geolocalizzazione. E’ possibile, inoltre, prevedere telefonate con finalità di aggancio relazionale, monitoraggio telefonico per il controllo dell’assunzione dei farmaci sulla base della prescrizione del medico di medicina generale e per ricordare all’anziano eventuali appuntamenti per visite mediche. Gli strumenti domotici garantiscono inoltre il controllo dei parametri base della persona: pressione, saturazione, pulsazioni, controllo del peso, rilevazione temperatura corporea. Per garantire la sicurezza dell’ambiente domestico, vengono invece installati sensori per la rilevazione delle fughe di gas, luce notturna, sonda di temperatura, sensore per la rilevazione dell’apertura o chiusura della porta d’ingresso, sensori di presenza e movimento con alert su fascia notturna e diurna: tutta la sensoristica ambientale invia un messaggio di allarme alla centrale unica in caso di superamento dei parametri “di norma” che può comportare un contatto telefonico di verifica, l’uscita di un operatore domiciliare o il ricorso ai numeri di pronto intervento in caso di impossibilità di mettersi in contatto con il beneficiario.

Il progetto prevede, inoltre, la possibilità di attivare la visita domiciliare di un architetto per verificare l’idoneità degli spazi in relazione alle esigenze dell’anziano e valutare una riorganizzazione, con l’aiuto di un esperto di ausili. E’ prevista, infine, l’attivazione di un assistente familiare per brevi periodi di emergenza.

“La nostra città, seguendo il trend del Paese, sta invecchiando molto velocemente. Le persone – dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolè – vivono più a lungo e sono spesso sole, con patologie croniche che riducono la loro autosufficienza. Ecco perché è fondamentale ripensare il sistema di assistenza per rimandare il più possibile il ricovero nelle strutture residenziali e costruire attorno agli anziani una rete che permetta loro di rimanere nelle loro case e nei loro quartieri. Il progetto ‘CURA’ va proprio in questa direzione ed è per questo che abbiamo fortemente voluto proporlo per il finanziamento PNRR. I percorsi si inseriscono e si armonizzano con una serie di attività già avviate sul territorio e garantite dal Comune: presa in carico dei servizi sociali, assistenza domiciliare, intervento dei custodi sociali e interventi educativi. Una cornice che vogliamo arricchire con soluzioni sempre più mirate”.

Sabina Nanti, presidente Cooperativa Cogess capofila dell’ATI: “Il progetto ha l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza domiciliare alle persone anziane integrando le competenze sociali e assistenziali con supporti tecnologici di presidio dei luoghi domestici e della vita quotidiana. Nell’acronimo C.U.R.A. vengono sintetizzati gli aspetti valoriali e di metodo sottesi alla proposta: Conoscere – analizzare contesti e bisogni; Unire – favorire il dialogo tar competenze e saperi differenti: sociale e innovazione tecnologica; Raggiungere – portare nelle case delle persone fragili nuove opportunità personalizzate di risposta ai bisogni: Assistere – migliorare la qualità dell’assistenza mettendo la tecnologia al servizio delle persone fragili”.

Su RaiNews trovate il video del servizio andato in onda con il TG Regionale di venerdì 12 gennaio ore 19:30:

Collegamento al servizio del TG Regionale

RIESCO IN COMPAGNIA

3 dicembre 2023, Cogess presenta la Rete ConsideraMI: insieme per l’inclusione

In occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, siamo lieti di comunicare che Cogess ha contributo alla creazione della Rete ConsideraMi: 16 enti del Terzo Settore, che credono fortemente nella cultura dell’inclusione e ora, insieme, al lavoro, nelle comunità territoriali, per costruire percorsi di inclusione per bambini e adolescenti con disabilità.

 

Un partenariato, nel territorio della città di Milano, che, come sancito dall’Accordo di Rete, mette al centro della propria azione il protagonismo del minore e della famiglia e la costruzione di un progetto di vita autenticamente praticabile. Da questa attenzione e cura nasce la necessità di connettere informazioni, opportunità e politiche con la promozione, la gestione e l’aggiornamento della piattaforma ConsideraMi e l’implementazione di azioni, politiche e attività, coordinate e sinergiche, per l’inclusione illustrate nel documento programmatico Agenda 16 per il futuro, presentato all’Assessorato del Welfare e della Salute Mentale del Comune di Milano il 17 novembre 2022 e in attesa di essere integrato nelle politiche di questa Amministrazione.

Dalla collaborazione avviata tra gli enti del privato sociale partecipanti al progetto “ConsideraMI – verso una città inclusiva per bambini e ragazzi con disabilità” (progetto ex lege 285/1997, 2019-22), le organizzazioni coinvolte (Associazione L’abilità Onlus, AGPD – Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down Onlus,  AIAS ETS Milano, Azione Solidale Società Cooperativa Sociale, Società Cooperativa Sociale Cascina Bianca a.r.l., Codici | Ricerca e intervento, Cogess Cooperativa Sociale, Comin Cooperativa Sociale di solidarietà, Fondazione Aquilone Onlus, Fraternità e Amicizia Società Cooperativa Sociale Onlus, La nostra comunità ETS – OdV, Ledha Milano coordinamento associativo della città metropolitana di Milano per i diritti delle persone con disabilità APS, L’Impronta Associazione Onlus, Cooperativa Sociale Eureka!, Consorzio Sir, Spazio Aperto Servizi Società cooperativa) hanno scelto di formalizzare una vera e propria rete aperta alla città, della quale anche noi siamo parte attiva.

In questa giornata che potrebbe risultare, per tanti genitori, cittadini e cittadine, operatori del sociale e dell’educazione, piena di slogan e di promesse vuote, la Rete ConsideraMi tenta di fare la differenza.

La Rete ConsideraMI, nata da organizzazioni radicate nei territori e che seguono complessivamente oltre 2000 bambini e famiglie ogni giorno, partendo da una lettura critica della condizione di disabilità nell’infanzia e nell’adolescenza a Milano si pone l’obiettivo di concorrere al cambiamento.

Come?

  • Attraverso 16 proposte che toccano i diversi aspetti dell’infanzia e dell’adolescenza
  • ispirando politiche e atti concreti rivolti a connettere uno scenario assai frammentato
  • costruendo interventi coordinati e trasversali a livello di sistema.

Vicinanza, solidarietà, rete capillare, capacità organizzative e di intervento, aumento di qualità dei servizi: di questo hanno bisogno urgente bambini e famiglie. Il nostro portale, la presenza di servizi dedicati al gioco, all’autonomia, alla socializzazione, al sostegno dei genitori e della rete, hanno l’ambizione di essere l’emblema di questo spirito di connessione.

Un lavoro di mappatura delle risorse e un’opera di tessitura di relazioni che ci chiama alla responsabilità del fare, del costruire, dell’includere.

PER SAPERNE DI PIÙ

SITO  considerami.i

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Gioco d’azzardo e alcol in età anziana: l’esperienza dei servizi di assistenza domiciliare e di custodia sociale

A fine 2021 è stata pubblicata la ricerca “Gioco d’azzardo e alcol in età anziana: pensieri ed esperienze degli assistenti sociali lombardi”, realizzata dal Gruppo Anziani dell’Ordine Assistenti Sociali Lombardia. 

In settembre 2022 in un seminario svolto a Milano, la ricerca è stata presentata nell’ottica del ruolo possibile di servizi e operatori domiciliari e di prossimità: l’articolo riporta riflessioni e sguardi dei relatori impegnati, in alcune zone di Milano, in servizi territoriali per anziani.

di Chiara Vercalli (assistente sociale specialista, Gruppo Anziani Ordine Assistenti Sociali Lombardia), Alessia Battaglia (educatrice professionale, coordinatrice di assistenza domiciliare anziani, Cooperativa Cogess), Sara Pizzetti (educatrice professionale, coordinatrice di custodia sociale, Fondazione Aquilone).



A questo link l’articolo completo

#Conciliamo: Progetto “Per Noi”

 

A fine 2019 la Cooperativa Cogess ha partecipato, insieme a Cooperativa EUREKA e Cooperativa Koinè, all’avviso pubblico “#Conciliamo” emesso dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il progetto “PER NOI”.

Scopo dell’avviso era quello di promuovere azioni di welfare aziendale, per sostenere lavoratrici e lavoratori nei propri bisogni personali e familiari.

La pandemia, scoppiata subito dopo la presentazione del nostro progetto a gennaio 2020, ha allungato i tempi di valutazione del progetto e finalmente a giugno 2022 abbiamo avuto la conferma che la proposta progettuale è stata finanziata e abbiamo dato avvio da subito ad alcune azioni del progetto., mentre altre verranno avviate a breve.

Di seguito le principali azioni finanziate:

  • bonus nascita
  • sostegno al rientro dalla maternità
  • supporto allo smart working
  • borse di merito
  • abbonamento ATM
  • sostituzione maternità
  • istituzione welfare manager
  • consulenza caregiver
  • assistenza domiciliare socioassistenziale
  • assistenza domiciliare educativa
  • sostegno al rientro dopo lunghe malattie

 

Tutte queste azioni sono un piccolo contributo per facilitare la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, sostenendo le persone nei carichi di cura e promuovendo le condizioni che garantiscano l’occupazione femminile.

  Il progetto durerà 24 mesi e ci permetterà di sperimentare azioni che saranno mantenute anche dopo la sua conclusione.